martedì 7 settembre 2010

I Figli della Vedova .


Si dice, in ambiti esoterici, che un iniziato è un "Figlio della Vedova", ed è realmente così, perché essere un Figlio della Vedova significa essere come Horus, o come Gesù, in quanto entrambi, secondo i rispettivi culti, nacquero senza l'intervento di padre.
Come è possibile?
Chiariamo subito che questo appellativo è stato tramandato sino al giorno d'oggi dai Liberi Muratori, i Massoni, che si autodefiniscono proprio come Figli della Vedova.


Osiride ed Iside

Per iniziare a capire da dove trae origine questa usanza, chiediamo aiuto al mito egiziano di Iside e Osiride, e sinteticamente vediamo come sono andate le cose.
È noto ai lettori di questa rivista che Set, fratello di Osiride, uccide quest'ultimo e divide il suo corpo in pezzi, disperdendoli per tutta la Terra.
Iside, sorella e moglie del dio ucciso, aiutata da Nefti, altra sorella della dea, dopo un lungo peregrinare ritrova i pezzi del corpo di Osiride, tranne uno, il fallo, divorato da un pesce del Nilo.
È a quel punto che la dea, con grande fatica e lacrime, ricompone il corpo del malcapitato marito, ma mancando il membro virile era impossibilitata a generare.
Così, senza perdersi d'animo, realizza una protesi in legno di sicomoro e si unisce a lui.





Horus, il figlio della vedova
Da questa "magica" unione nasce Horus, il Sole.
Horus, il figlio della vedova
Ecco spiegato perché Horus è un figlio della Vedova, in quanto figlio di Iside che concepisce senza marito.
Alla stessa maniera nasce Gesù, senza intervento maschile. Horus e Gesù, però, non sono i soli, anche la nascita del biblico Meikitzedeq fu simile, e se andiamo a verificare in diverse fonti e religioni, altri personaggi e portatori di conoscenza sono stati descritti come nati senza intervento del padre.
È necessario comprendere che queste tradizioni non si riferiscono a coppie materiali uomo-donna, ma ai princìpi archetipali di uomo-maschile e di donna-femminile, che si incontrano entrambi in ogni uomo e, pertanto, in tutta l'umanità.
Il concepimento e la nascita di Gesù spiegano metaforicamente che tutti possiamo produrre una simile nascita divina dentro di noi, unendo "alchemicamente" i due princìpi, e facendo in modo che il due (l'unione maschile-femminile) partorisca il tre (il Figlio o Spirito).
In tal modo l'uomo rinasce da sé stesso e diviene un rinato, un risvegliato. Il suo Hermes si è così destato, modificando e arricchendo il proprio codice genetico, ottenendo ciò che è chiamato "sangue blu" e diventando un "Ecce Homo" come il Cristo, un Salvatore, perché ha salvato sé stesso, e un uomo divino perché ha risvegliato in lui la parte più divina.
In questo caso, il mito nasconde per analogia un bellissimo mistero, da tramandare a tutti coloro che con la loro intelligenza riescono a decifrare il messaggio esoterico, senza credere letteralmente a ogni particolare così come viene descritto.
Ecco la bellezza del mistero, che attraverso una storia palesa la Conoscenza e il Verbo, regalando all'uomo il "segreto" per rinnovarsi.
Per comprendere più profondamente il mistero dei Figli della Vedova, prendiamo come modello un uomo e tentiamo di capire il meccanismo che le varie tradizioni ci tramandano.
Esse ci dicono che l'uomo è diviso in tre princìpi, che nella tradizione cristiana sono Padre, Figlio e Spirito Santo, equivalenti al Sale, allo Zolfo e al Mercurio, oppure alla Sapienza, alla Forza e alla Bellezza, rappresentate rispettivamente da Minerva, da Ercole e da Venere.
In principio, è il Logos-idea che si fissa con il Verbo, più o meno è quello che Giovanni vuole indicarci all'inizio del suo Vangelo. L'idea (la prima persona, il Padre, energia) feconda la Madre (seconda Persona o principio animico) con il Verbo che la fissa come un seme nella terra, manifestandosi così la terza fase (terza persona) corrispondente al Figlio. Ecco completata la riunificazione nel "Tre in Uno", cioè nello Spirito Santo, il cuore.
Il Sacro Cuore di Gesù è spesso rappresentato con una croce fiammeggiante (i quattro elementi attivati) al di sopra.

Il Sacro Cuore
Questo simbolo equivale al triangolo con una croce, l'Acqua lustrale, che è segno di realizzazione in questo piano.
Il Sacro Cuore di Gesù è, infatti, simbolo di totale realizzazione per tutta l'Umanità.
Se trattiamo di Figli della Vedova, ci si chiede cosa rappresenti questa donna.
Quasi tutte le tradizioni le affidano un ruolo centrale e nel Cristianesimo, impersonati dalla Madonna fa, a volte, ombra allo stesso Dio.
Lei non è altro che l’Anima Mundi, la Stella Maris, chiamata Maria, Mara, Meras, Miryam e con centinaia di altri nomi.
Essa è l'anima umana, l'acqua che compone il suo corpo, l'elemento che riempie ogni sua cellula e che porta con sé il codice genetico, la memoria non solo dell'intera specie, ma anche di tutta la Creazione.
Avete notato che in ogni luogo interessato da apparizioni mariane, l’Anima Mundi, scaturisce una fontana di acque miracolose, le quali non solo dissetano, ma addirittura guariscono i mali dell'uomo?
Bene, allora, se questo formidabile archetipo femminile rappresenta le acque (e la vita ha inizio proprio dalle acque), vuoi dire che l'anima dell'uomo è costituita dai liquidi del suo corpo.
Il corpo umano è come un'urna che fa da contenitore al sangue e a tutte le altre parti liquide.
Sono questi i vettori della vita, la creano e la preservano. Quando il maestro Gesù guariva i ciechi con la propria saliva, usava l'energia della sua anima pura e questa, come una panacea universale, ricreava la parte malata ricostruendola nuovamente.

Gesù guarisce il cieco con la propria saliva
È per questo motivo che il suo preziosissimo sangue contiene tutti i poteri del mondo.
Per arrivare alla statura di Gesù, figlio di Miryam, ossia per far nascere nella grotta del cuore il Figlio, il Logos solare, è fondamentale che la parte femminile-liquida del corpo umano, ossia la Maria, sia purissima, vergine e immacolata.
Allora è pronta, come una Terra Santa, per essere auto-inseminata; con il Mercurio sublimato (acqua di fuoco) che scaturisce dalla propria fontana.
Si semina nella nostra terra, vergine e purissima, imbiancando le sue vesti, rendendo l'anima "in-macula", ossia Immacolata. Così la nostra anima senza marito, cioè vedova, è pronta a partorire il figlio. Che venga poi chiamato Horus o Cristo non fa più differenza.
Esse non è altro che l'attivazione di tutte le potenzialità umane, arrivando a eleggere un campione dell'umanità, un risorto, un Lazzaro al quale l'energia delle energie ridona la vita vera.
Così, con questo facile processo l'uomo rinasce, diventando non solo salvatore di sé stesso, ma reintegrando in sé tutti i propri antenati, ognuno dei quali gli ha lasciato la parte migliore di sé.
Egli sarà, pertanto, l’ultimo campione che riesce a cristificare sé stesso nel centro nel centro dei quattro elementi (la croce) e, riunendo tutti gli altri nel centro della Croce-Uomo.
Egli sarà figlio della vedova.
In questo simbolismo va inserita la figura dei tre Magi.
Essi sono coloro che attivano i tre poteri.
I Magi arrivano dall'Oriente (la testa), sede del Padre, e queste tre forze sono i tre Geni di cui parla la Kabbalah uno per il corpo fisico donando l'oro, simbolo di regalità, il secondo per il corpo animico donando la mirra, elemento di taumaturgia, e il terzo, l'incenso per lo spirito quale simbolo sacerdotale.
Così i tre poteri sono attivati: quelli di re, terapeuta e sacerdote. L'uomo così realizzato diventa un pontefice colui che dagli inferi è salito fino al cielo, l'Oriente, la testa, dove si cela la magnificenza di Dio passando per il Purgatorio.

L'Araba fenice in una stampa antica

Il Purgatorio equivale all'Araba Fenice, che brucia purificandosi con il sue fuoco, fino a divenire cenere, per rinascere nuovamente più giovane e bella di prima.
Così l'iniziato utilizzando i propri fuochi, consuma e trasmuta le sue impurità, e muore simbolicamente per rinascere come la Fenice.
L'anima mortale, in quanto acqua, liquida, femminile e madre, partorisce suo figlio; ossia un mortale.
Quando questi avrà completato il percorso di rinascita attivando la sua Merkavah, il suo corpo di gloria, diverrà immortale.
Così un uomo si fa Dio, nascendo da una madre vedova e diventando un vero Figlio della Vedova.

Fonte : Fr.'. Leonida