lunedì 23 gennaio 2012

Massoneria da sfogliare: "… IN ATTESA".

Massoneria da sfogliare: "… IN ATTESA".

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 "SE LA FEDELTA' AI NOSTRI IDEALI CI FA CREDENTI,  E LA SPERANZA CI FA ESSERE CREDIBILI, SOLTANTO LA TOLLERANZA E LA CONCRETEZZA CI FANNO ESSERE CREDUTI."


Nell'Autunno della mia vita, posso dire di aver avuto il piacere e la gioia di assistere a moltissimi eventi, la più parte dei quali è ben scolpita nelle mie personalissime casseforti: cuore, memoria e “pancia”.   Nel mio cuore è custodito tutto ciò che ha suscitato le più profonde emozioni, e nella mia memoria è ben presente la traccia di un vissuto intenso .   Alle emozioni ed alla “memoria storica”, la mia “pancia” aggiunge il contributo delle reazioni istintive allorché urticanti soggetti attuano, o semplicemente enunciano, scempiaggini che al Corpo già malandato della italica Massoneria giovano quanto un sorso di acqua – peraltro di dubitabile potabilità - data per lenire una febbre che pare indomabile.
    In molti mi hanno fatto pervenire il loro personale apprezzamento anche per lo scritto che, pur datato, non ha perso in attualità, chiedendomene anche di altri.  Una richiesta che mi rende onorato e di cui ringrazio, ma che – almeno in parte – disattenderò.
    E ne spiego il motivo.
    In un contesto qual'è oggi quello della Massoneria Italiana, una  volta esaurite le critiche e le raccomandazioni nell'esame obiettivo delle situazioni mi sembra quasi un accanimento proseguire nella sottolineatura dei difetti e nella evidenziazione degli impliciti correttivi.  Una volta indicate le incongruenze, le irregolarità, le irritualità e persino le illiceità; una volta allertati i Lettori, i Fratelli, che il proseguire su questo tipo di strade può avere lo stesso indice di pericolosità che ha lo sporgersi da un balcone senza ringhiera; una volta fatto ciò non posso evitare che taluno continui a sporgersi, precipitando al suolo.
    Le scelte, in quanto tali, appartengono ai singoli e riconducono al loro libero arbitrio: certo, dopo, non potranno dire “non sapevo” o “non credevo” o altro ancora. Ogni decisione, ogni scelta, ogni azione, comporta delle conseguenze e – intrinsecamente – anche delle responsabilità: specie verso se stessi.


Fonte: G.·.M.·.E.·. Fr.·. Giuseppe Bellantonio.·.